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E-Learning – Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e convivere col Coronavirus

9 aprile 2020 - Federico Bonelli






Ha contribuito alla ricerca il team Gold Miners, composto da: Nicola Sfondrini, Alberto Manfredi, Gianluigi Avella, Chiara Gelati, Massimiliano Vigoni, Federico Bonelli

È passato del tempo dall’annuncio del primo caso accertato di Covid-19 in Italia, e sotto alcuni aspetti già fatico a ricordarmi com’era la vita prima della pandemia. La mente umana gioca strani scherzi, distorce i ricordi, rimodella continuamente il passato e ce lo ripresenta diverso in base a quanto accade nel presente.

Quante università e scuole italiane consentivano E-Learning prima che tutto questo accadesse?

Figura 1: Frequenza con la quale i docenti svolgono attività didattiche tramite tecnologie digitali (fonte: elaborazioni AGCOM 2017 su dati del MIUR)

Già nel 2017 più del 47% dei docenti dichiarava di utilizzare quotidianamente strumenti digitali per agevolare la didattica. Un numero sorprendentemente elevato, che naturalmente fa piacere a tutti coloro che promuovono la digitalizzazione come fulcro dell’innovazione.

Totalmente insufficiente.

Per edificanti che fossero le percentuali prima della pandemia, ora ci possiamo rendere conto di quanto fossero inadeguate per garantire il diritto allo studio di tutti coloro che non possono fisicamente raggiungere le aule. A marzo 2020, viviamo in una Italia dove la docenza è possibile solo online, non ci sono vie di mezzo, e stiamo imparando molte nuove sfaccettature delle parole diritto allo studio.

Studenti e professori hanno dovuto adattarsi rapidamente, e abbiamo ben sperimentato quanto gli esseri umani siano in grado di farlo. Ben meno adattabili sono le infrastrutture digitali scolastiche, che in alcuni casi hanno supportato la buona volontà dei docenti, e in altri l’hanno ostacolata.

Ma cosa si può richiedere a un sistema digitale di supporto alla docenza?
Quali aspetti dell’interazione fra studente e professore possono essere agevolati da una piattaforma di E-Learning?

Nel suo senso più ampio la docenza si compone di diversi momenti comunicativi:

  • la lezione, cioè il momento della trasmissione del sapere dal docente allo studente
  • il colloquio, un utile momento di feedback di quanto lo studente ha compreso
  • lo studio, il momento personale degli studenti in cui apprendono dal materiale didattico
  • la distribuzione del materiale didattico sopracitato
  • gli esercizi, momenti di addestramento individuali o collettivi in cui gli studenti si esercitano nel ragionamento in base alle nuove competenze apprese
  • la verifica, il momento di feedback per il docente, dove può constatare la propria efficacia riflessa nella crescita degli studenti
  • la valutazione, uno dei più ancestrali metodi di gamification, reso temibile da metodi educativi genitoriali basati sul rinforzo negativo (vedi: Punizione)

Un programma di video-conferenze è utile, ma non sufficiente.

Lezioni e colloqui hanno necessità perfettamente risolte dai sistemi di video-conferenza: tutti consentono ai docenti di parlare e osservare le reazioni non-verbali degli studenti, e la maggior parte consente al professore di mostrare materiale audio-visivo aggiuntivo tramite la condivisione del proprio schermo.

Conosciamo tutti i sistemi più utilizzati: Microsoft Teams, Microsoft Skype (e il suo cugino Skype for Business), Google Meet (già Hangouts), Cisco Webex. Un capitolo a sé meriterebbe il nuovo HouseParty, probabilmente più adatto a gruppi di studio, per effettuare esercizi collettivi.

Mi astengo dall’inserire Zoom nell’elenco, per via dei gravi problemi di sicurezza informatica che lo coinvolgono e che sono stati recentemente scoperti.

La presenza di una chat associata alla conference-room a mio avviso è addirittura migliorativo rispetto alla partecipazione fisica in aula, perché gli studenti possono porre domande o fare osservazioni pubblicamente, durante la spiegazione e senza interromperla. Al docente la scelta di accogliere subito le domande più stimolanti, o tenerle per dopo.

«Bonelli vuole condividere con tutta la classe quanto ha da dire al suo compagno di banco?»
«Sì prof. mi farebbe piacere, ma non volevo interromperla a metà del discorso…»
A qualcuno mancherà questa scenetta ricorrente in ogni classe di scuola superiore?

Jack of all trades, master of none.

Una buona didattica non si compone solo di momenti “in diretta”, ecco quindi la necessità di sistemi di gestione e pubblicazione di contenuti e conoscenza. Chiunque abbia dovuto configurare per la propria azienda uno dei famigerati Knowledge Base general purpose sa quanto sia importante organizzare la conoscenza in maniera domain-specific, pena l’inutilizzabilità del sistema, a causa del difficile reperimento dei documenti.

Per queste ragioni è meglio usare piattaforme specifiche per l’e-learning, chiamate Learning Management Systems (LMS), che sono espressamente realizzate per favorire la didattica “in diretta” o tramite la distribuzione di contenuti audiovisivi registrati, o anche semplicemente delle care vecchie dispense testuali.

Un LMS indirizza delle esigenze che sono uniche dell’insegnamento: ad esempio nel prossimo futuro mi aspetto che ogni LMS proporrà la registrazione delle lezioni in diretta, per consentire al docente di montare i contenuti e renderli disponibili agli studenti sotto forma di video-corsi per didattica self-service o flipped classroom.

Alcune delle università anglosassoni più rinomate (come MIT e Stanford per citarne due) già registrano le lezioni dei corsi più seguiti e le rendono successivamente disponibili online.

Svolgere la didattica completamente da remoto pone una ulteriore sfida: il momento dell’esame, o verifica. Molti docenti sono abituati a un solo approccio contro le frodi: il controllo fisico degli studenti durante l’esame. Si controlla che lo studente stia operando in autonomia, senza apporto di informazioni dall’esterno e specialmente se ne verifica l’identità.

Il rischio di frodi è dietro l’angolo: una piattaforma LMS che si rispetti deve garantire elevati standard di qualità in ambito Cyber Security, pena la diffusione di fenomeni illegali. Già mi immagino orde di studenti universitari che per modiche cifre svolgono le verifiche di matematica al posto dei liceali, impersonificandoli digitalmente al momento della prova.

Come dimostrato dalle recenti difficoltà di Zoom, è necessario garantire adeguati standard di sicurezza informatica per gli strumenti di comunicazione digitale, indipendentemente dall’uso ricreativo, didattico o lavorativo. Non c’è sufficiente spazio in questo articolo per trattare questo importante argomento, rimando a futuri articoli l’analisi di questi aspetti.

Perché gli esami svolti in remoto possano avere valore legale è necessario che la piattaforma LMS supporti il docente nella identificazione e controllo degli esaminandi, ma è utile anche un cambiamento nella modalità con cui i docenti progettano gli esami, in particolar modo quelli scritti. A questo proposito, alcuni LMS già oggi consentono modalità di incentivazione dello studio tramite rinforzi positivi, come la gamification.

Non illudiamoci che magicamente compariranno più fondi destinati al Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca, specialmente dopo l’emergenza Covid-19: sappiamo già che gli LMS che si diffonderanno maggiormente in Italia saranno poco costosi o addirittura gratuiti. Fortunatamente ne esistono di open source, e quindi gratuiti, e ritengo che questo sia importante anche per motivazioni etiche.

Purtroppo scuole e studenti non sono tutti uguali, e troppo spesso i ragazzi meno abbienti non riescono ad accedere ai migliori percorsi di studio. Ritengo che in Italia il diritto allo studio sia sufficientemente salvaguardato, ma uno dei grossi fattori discriminanti è la dislocazione geografica degli istituti di istruzione.

Uno studio dell’osservatorio Talents Venture ha rivelato che nel 2019 il 32% degli studenti universitari originari del Sud Italia emigrano, molti al centro-nord ed alcuni all’estero. Studiare fuori sede costa, non tutti possono permetterselo, e l’adozione massiccia dell’E-Learning può ridurre drasticamente questa fonte di ineguaglianza sociale. Gli LMS devono essere gratuiti per gli studenti, così da favorire l’autodeterminazione di tutti i ragazzi.

In base alle caratteristiche di completezza e gratuità il gruppo Gold Miners del primo ciclo di EMBA Ticinensis ha selezionato questi Learning Management Systems.

MyiCourse

Myicourse è una soluzione di creazione e distribuzione di corsi basata su cloud ed utilizzata nella formazione aziendale. Lo strumento consente agli utenti di creare «stanze» online che possono ospitare molteplici corsi. Il software è gratuito per un massimo di 100 studenti.

Si tratta di un LMS progettato per le aziende, quindi non ha tutte le caratteristiche che ci aspetteremmo da uno strumento realizzato per la didattica scolastica. Tuttavia vanta una buona diffusione e ci sono delle funzionalità specifiche raccolte nel percorso “College”.

Moodle

189 milioni di utenti, 22 milioni di corsi pubblicati, 135 mila siti realizzati da istituti e aziende di oltre 230 paesi. Moodle è senza dubbio il più diffuso strumento per e-learning, ma non è un LMS completo, si tratta di un CMS (Content Management System) specificatamente pensato per la didattica.

L’interfaccia è semplice, le risorse a disposizione sono ben documentate. Per utilizzarla basta scaricare un software gratuito che può essere personalizzato in base alle esigenze specifiche. Con una tale diffusione non c’è molto altro da dire, se non l’avete già fatto recatevi sul loro sito.

Edmodo

Questa piattaforma di e-learning permette di creare ambienti di apprendimento dove studenti e insegnanti lavorano insieme e si scambiano informazioni. È un sistema protetto dove il docente ha il pieno controllo sulla classe e può creare e gestire attività didattiche. Si tratta di uno strumento gratuito specificatamente realizzato per abilitare la didattica scolastica svolta da remoto. Docenti di scuole superiori: fatevi un giro sul sito, è un approccio molto diverso da Moodle e vale la pena di approfondirlo.

CourseSites

Questa strumento consente la gestione e apprendimento virtuale basato su cloud. La soluzione aiuta i docenti a creare, amministrare, tracciare e distribuire contenuti digitali online. Gli utenti possono accedere a corsi online, caricare compiti e interagire con compagni di classe e insegnanti. A differenza di MyiCourse, che è specificatamente per utenti aziendali, o di Edmodo che al contrario è progettato solo per istituti scolastici, CourseSites è uno strumento trasversale adatto all’erogazione di corsi di entrambe le tipologie. Consiglio specialmente agli utenti universitari di dare un’occhiata al loro sito.

Il mondo che verrà

Il diritto allo studio è uno dei principali abilitatori di uguaglianza sociale e di diritto all’autodeterminazione. Cosa resterà di buono dopo la pandemia?

Resterà un mondo in cui abbiamo dimostrato che è possibile garantire una docenza di ottima qualità anche a chi non può recarsi fisicamente in aula: bambini ospedalizzati, giovani con limitata mobilità o semplicemente ragazzi che vivono in città remote dove c’è poca scelta di istruzione superiore.

Resterà un mondo in cui abbiamo dimostrato che è possibile frequentare le migliori università senza essere costretti a forti sacrifici propri o dei propri genitori, per emigrare dalla propria città e pagare una fortuna per un letto in stanza doppia in Nord Italia.

E tutto questo senza nemmeno incominciare il lungo elenco dei vantaggi per l’ambiente.