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L’Intelligenza Artificiale Watson di IBM incontra la piattaforma WeSchool

12 ottobre 2018 - Enrica Bonatesta






L’intervista al Dott. Walter Aglietti per EMBA Ticinensis

Cosa succede quando il vincitore di Jeopardy! incontra il mondo della formazione? EMBA Ticinensis ha il piacere di annunciare la collaborazione tra IBM e WeSchool nel raggiungimento di un obiettivo che porterà ad un livello superiore l’esperienza formativa dei suoi corsisti: l’implementazione di un sistema di Intelligenza Artificiale sulla piattaforma di e-learning utilizzata durante il programma.

I partecipanti dell’Executive MBA Ticinensis saranno i veri protagonisti di questo percorso, vivendo attivamente in prima persona lo sviluppo di un progetto basato su intelligenza artificiale. L’obiettivo finale? Fornire un servizio di e-learning ed e-collaboration personalizzato in base alle esigenze del singolo utente, su una piattaforma (in questo caso WeSchool) in grado di adattare la fruizione dei contenuti alle reali necessità formative di chi la sta utilizzando, valorizzando anche funzionalità cognitive complesse.

Per raccontarvi meglio gli obiettivi di questo progetto, riportiamo di seguito l’intervista con il Dott. Walter Aglietti, Software Laboratory Leader in IBM.

1. Abbiamo già visto IBM Watson impegnato sul fronte dell’educazione con Sesame Street e con Pearson ma si tratta solo della punta dell’iceberg, giusto?

IBM ha ed ha sempre avuto nel suo DNA la volontà di lavorare con il mondo accademico e con gli istituti di formazione e di ricerca, in una sinergia in grado di generare molto valore.

Le Università in particolare sono un partner d’elezione per la formazione di nuovi talenti e per la costruzione del futuro, che è il futuro dell’azienda e anche del sistema complessivo di cui essa fa parte; non si tratta solamente di una priorità di business, ma altresì di una priorità civile.

IBM è un’azienda con 100 anni di storia non a caso: perché ha la capacità di individuare ed investire su quegli elementi che e.g. tra 10 anni costituiranno il presente.

2. Quali sono i vantaggi per gli studenti e per gli educatori dell’introduzione di soluzioni basate sull’intelligenza artificiale?

Le tecnologie avanzate tra cui la Artificial Intelligence o, meglio, Augmented Intelligence, nella sua accezione di esaltazione delle capacità umane, sono spesso state interpretate come sinonimo di “snellimento” del flusso didattico tradizionale. Non si tratta solo di questo: il punto dell’introduzione dell’intelligenza artificiale nei percorsi formativi è cambiare all’essenza il modello di apprendimento tradizionale al fine di far emergere i talenti individuali.

Attualmente, questo modello è focalizzato sull’insegnamento monodirezionale del docente verso la classe. Il docente fornisce spunti, chiavi di lettura, ed esempi su un determinato concetto facendo riferimento ad un unico argomento o a pochi argomenti ad esso correlati. In un momento in cui la conoscenza è condivisa e condivisibile in modo molto più semplice e accessibile attraverso diverse piattaforme, ci si può permettere di illuminare questo “monolite” da più punti favorendo un apprendimento che valorizzi competenze e interessi di ciascuno oltre che riconoscere le esigenze legate a diversi stili e ritmi di apprendimento.

Il supporto che le nuove tecnologie possono dare ai docenti e agli educatori è appunto il superamento di questi “limiti”, illuminando il monolite da sempre maggiori prospettive e regalandogli una forma che sia comprensibile e di valore ai più. Si tratta della proposta di un’offerta nuova, personalizzata e variegata, oltre lo standard accademico e frutto dell’integrazione delle diverse fonti.

Tutto ciò è possibile solo grazie all’indispensabile collaborazione tra chi si occupa di nuove tecnologie e chi si occupa di formazione. Infatti, in questo processo il ruolo del docente resta fondamentale, il suo intervento è imprescindibile per la selezione e la somministrazione delle fonti che lo strumento tecnologico andrà poi a rielaborare: è necessario superare il “complesso di Frankenstein”.

3. IBM ha raccolto con entusiasmo la sfida di EMBA Ticinensis per innovare la formazione executive: come innoverete l’esperienza dei corsisti nell’uso della piattaforma WeSchool?

L’obiettivo che ci poniamo è ambizioso: raggiungere per gradi il perfetto equilibrio tra nuove tecnologie ed offerte formative, definendo e validando man mano strumenti, contenuti e tempistiche.

L’intelligenza artificiale è un processo iterativo, allo stesso modo dovremo reimmaginare – passo dopo passo, ed insieme a WeSchool – il concetto stesso di “piattaforma e-learning”. In altre parole, si dovrà superare il paradigma tradizionale dove questa è concepita come punto di convergenza dove si trovano e discutono contenuti formativi.

Si dovrà piuttosto virare verso uno strumento abilitante per un vero e proprio percorso di studio personalizzato, che segua i passi dell’utente, e suggerisca strade alternative (divergenza dei percorsi, anziché convergenza dei contenuti), invitando anche alla fruizione di contenuti ulteriori, nel caso si valutasse che un argomento non sia stato metabolizzato correttamente.

La piattaforma impara così a supportare e ad ampliare le conoscenze della persona, sviluppando un approccio fuori dai binari della concezione di apprendimento monolitico, tenendo in considerazione i ritmi, gli interessi e le modalità di studio dello studente.

4. Quale pensi sia il ruolo nei prossimi anni di IBM Watson nel processo di lifelong learning che coinvolgerà sempre più persone?

L’approccio di Lifelong Learning postula il fatto che spesso il mondo del lavoro è caratterizzato da percorsi di apprendimento di cui non esiste davvero la fine; ad esempio, tutto ciò su cui lavoro non esisteva quando sono uscito dall’università e questo richiede da parte mia un apprendimento continuo. Il paradigma è che si finiscono gli studi ma non si finisce di imparare.

Il termine “Lifelong Learning” viene spesso associato con il termine “workforce”; nel pensiero comune sembra che il processo di apprendimento continuo sia motivato dalla necessità di avere competenze sempre aggiornate in funzione del lavoro. Io preferisco pensare ad un aggiornamento volto a maturare competenze a tutto campo, non soltanto in termini di impegno ed efficienza in ambito lavorativo ma anche di cultura ed arricchimento personale. In questa ottica, il lifelong learning ha un impatto e un valore che vanno oltre l’avere un’efficiente forza lavoro sempre al passo con i tempi.

IBM con la sua offerta di Intelligenza Artificiale vuole di fatto potenziare l’intelligenza dell’essere umano: l’Intelligenza Artificiale migliora il lavoro delle persone, non serve a sostituirle. Questa non è una distinzione da poco: è come se dicessimo che WeSchool un giorno rimpiazzerà gli insegnanti, ma senza le loro conoscenze ed il loro continuo contributo l’Intelligenza Artificiale non basta.