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Conosciamo l’Advisory Board EMBA Ticinensis: Daniela Delledonne, Amministratore Delegato per l’Italia e la Grecia di Becton Dickinson

1 settembre 2020 - Laura Colombo






Il nostro Executive MBA Ticinensis nasce con l’obiettivo di offrire un’esperienza di formazione di qualità e la nostra formula deve molto anche ai preziosi contributi dei membri del suo Advisory Board, professionisti di diversi ambiti che hanno messo a fattor comune le rispettive esperienze e accettato di ricoprire il ruolo di advisor nell’impostazione di un percorso stimolante, innovativo e dai risultati tangibili.

Con questa intervista cominciamo una serie che ci permetterà di presentarveli e farveli conoscere più da vicino.

A “rompere il ghiaccio” Daniela Delledonne, Amministratore Delegato per l’Italia e la Grecia di Becton Dickinson e vicepresidente di Confindustria Dispositivi Medici.

Dott.ssa Delledonne, anzitutto grazie per aver accettato il nostro invito. Lei è a capo di della filiale italiana di una multinazionale estremamente prestigiosa. In Italia, non sono così tante le donne che hanno ottenuto un risultato simile. Ci può riassumere il percorso che l’ha portata a essere una professionista del settore medicale riconosciuta e stimata in Italia e non solo?

Sono emiliana di nascita, ma dopo tanti anni di lavoro su Milano ormai mi sento lombarda d’adozione.

La passione per il mondo Healthcare è stata una sorta di “amore a prima vista” sbocciato già durante l’università, ma che ancora oggi rimane tale.

Dopo la laurea in Chimica e tecnologie farmaceutiche conseguita presso l’Università degli Studi di Parma, sono approdata subito al settore della sanità, ed è in quest’ambito che ho costruito il mio intero percorso professionale.

Ho lavorato per grandi aziende multinazionali italiane ed estere, e dall’aprile del 2014 sono a capo della filiale italiana e greca di Becton Dickinson, multinazionale americana leader a livello mondiale nell’ambito dei dispositivi medici e della diagnostica in vitro.

Quale crede siano le caratteristiche che l’hanno portata ad un ruolo così di rilievo nel suo settore di competenza?

Sono ottimista di natura, molto disciplinata, consapevole che la perfezione non esiste e mai stanca di imparare cose nuove.

Per questo una volta entrata nel mondo del lavoro ho scelto di non “sedermi”, ma continuare a perfezionare la mia formazione frequentando master e corsi di specializzazione sia in Italia che all’estero (alla Glasgow Caledonian University e negli USA, alla University of Pennsylvania – The Wharton School).

Questa predisposizione per il lifelong learning, focalizzata al raggiungimento dell’eccellenza, mi ha sicuramente aiutata a migliorarmi di continuo fino ad arrivare a ricoprire incarichi di grande responsabilità.

Come dicevamo prima, trovare una donna in un ruolo di così grande responsabilità come è il suo, purtroppo, è ancora piuttosto raro, in Italia ma non solo; quali crede siano gli ostacoli all’affermazione femminile in molti contesti del mondo del lavoro e come ritiene che vi si possa porre rimedio?

Quando mi chiedono perché ci sono poche donne top manager nel settore healthcare, anche se il discorso può essere esteso anche a tanti altri contesti, rispondo che nessuna persona nasce Amministratore Delegato ma tantissime hanno le capacità per diventarlo, se solo sono messe in condizione di farlo.

Intraprendere questo percorso per noi donne è più difficile se mancano politiche che supportano il flexible work e agevolano il percorso di rientro dopo la maternità: in Becton Dickinson siamo riusciti a migliorare la situazione, ad esempio attraverso i congedi di paternità estesi e altri interventi volti a migliorare il life work balance anche a seconda delle fasce d’età, ma auspico interventi sistemici di più ampio respiro.

Nell’universo femminile spesso si avverte forte la necessità di essere sempre molto preparate, che nasce anche dal contesto storico e culturale in cui tutti siamo immersi. Molte donne si sentono inadeguate a concorrere per una posizione di valore, oppure dicono di non essere pronte per salire a un livello più alto: credo dunque che sia indispensabile aiutare, soprattutto le ragazze, ad acquisire gli strumenti corretti per autoaffermarsi, ed io nel mio piccolo mi impegno perché questo si possa realizzare nei diversi ambiti in cui lavoro.

Perché, secondo lei, la formazione è così importante?

Credo che, all’interno delle organizzazioni, la chiave siano sempre le persone, perché se è vero che le aziende, le associazioni e tanti contesti collettivi “sopravvivono alle persone”, è altrettanto vero che sono solo le persone a fare la differenza, riempiendo questi ambiti di contenuti, di impegno, di passione.

In base alla mia esperienza sono convinta che i migliori risultati si ottengano non da soli, ma grazie a team di persone che sanno crearsi le condizioni per esprimere al meglio ciascuna le proprie capacità e competenze.

Per questo considero particolarmente importante l’aspetto della formazione, e per questo ho accettato con entusiasmo l’invito a entrare nell’Advisory Board di EMBA Ticinensis, un ruolo che mi consente di portare il mio contributo all’impostazione delle linee guida di un percorso di formazione in cui metto a disposizione la mia esperienza e le competenze maturate durante il mio percorso ultraventennale nel settore biomedicale.

Mi sento di spronare e invitare a non demordere coloro che guardano con sfiducia al mondo del lavoro: le aziende sono disposte a sostenere i talenti se a loro volta mostrano il giusto livello di engagement e commitment, così si genera un mutuo scambio virtuoso.

Cosa l’ha spinta ad accettare di diventare membro dell’Advisory Board EMBA Ticinensis?

Ho accettato l’invito a far parte dell’Advisory Board poiché in questa opportunità che mi è stata offerta ho visto la possibilità concreta di contribuire, con il mio vissuto e i miei consigli, alla formazione della classe manageriale di domani, un vero valore aggiunto per rendere più forti e competitive le nostre imprese.

Guardando avanti, come crede che si evolverà l’offerta di formazione nei prossimi anni?

Quando immagino la formazione del futuro penso a tanto delle modalità che per il nostro Executive MBA Ticinensis abbiamo già applicato nel presente: non solo lezioni frontali ma spazio per il confronto, attività individuali e di gruppo che mettono in gioco competenze trasversali, esperienze sul campo e visite nei poli di eccellenza con la possibilità di incontrare e conoscere le persone che, con il loro lavoro, li rendono tali giorno dopo giorno.

Poi certo, penso anche alla didattica a distanza che ci è stata imposta dall’emergenza sanitaria da Covid-19 e che ci ha portati a esplorare nuovi strumenti per riuscire a sentirci, per quanto distanti, un po’ più vicini.

Gli incontri in video non possono sostituire del tutto l’importanza dei momenti di lavoro e di confronto in presenza, ma rappresentano un’altra utile freccia al nostro arco a cui ricorrere in particolari situazioni e contesti.

Ringraziamo la dott.ssa Delledonne per la sua disponibilità e per gli spunti di riflessione e di confronto che ha voluto condividere insieme a noi con questa intervista.